Spunti di educazione alimentare
L’arancia offre l’opportunità di esplorare le piante che uniscono le sponde del Mediterraneo e di introdurre il concetto di ibrido. Tutti gli agrumi, infatti, discendono solo da tre antenati originari: il mandarino, il cedro e il pomelo.
Inoltre, ispira comportamenti anti-spreco perché di questo frutto non si butta via nulla! Le arance più piccole e irregolari si trasformano in spremuta o marmellata, la buccia in canditi, i fiori, detti zagare, in profumi ed essenze.
Che cos’è?
L’arancia è il frutto dell’arancio (Citrus x sinensis) e, come tutti gli agrumi, appartiene alla famiglia delle Rutaceae. È un frutto ibrido, nato dall’incrocio naturale tra un pomelo e un mandarino.
Dove e come si coltiva?
L’arancio è una pianta tropicale e subtropicale. Ha bisogno di un clima caldo, sufficientemente umido e con inverni miti e senza gelate: le temperature non devono scendere sotto i 0 °C!
È una pianta sempreverde che non vive la cosiddetta fase di dormienza e, quindi, non perde le foglie: nemmeno in inverno. Quando le temperature si abbassano, attiva la modalità “risparmio energetico”: interrompe la crescita fino a fermarla, ma resta comunque “sveglia”.
Coltivare le arance richiede molto lavoro durante tutto l’anno, incluso l’inverno che coincide con il periodo della raccolta.
Perché fa bene?
Le arance rappresentano un’importante fonte di Vitamina C che contribuisce a rafforzare il nostro sistema immunitario e favorisce anche l’assorbimento del Ferro, utile per la formazione dei globuli rossi.
Tra i sali minerali si segnalano il Potassio e il Calcio, utili per prevenire i crampi muscolari e l’osteoporosi.
Le arance hanno anche un elevato contenuto di bioflavonoidi che sono molto importanti per la ricostituzione del collagene del tessuto connettivo.